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Mostrando 1-10 de 14 aportaciones
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15.9 h registradas
Bellissimo, niente da dire. Art direction, esplorazione, musica, combattimento: tutto ai massimi livelli. Per me poteva durare anche il doppio, non mi sarei annoiato. Nonostante non ci sia neanche una sola linea di dialogo (verbale, almeno) il gioco ha una storia che riesce a coinvolgere e ha diversi momenti davvero emozionanti. Giochi così sono una manna dal cielo, mi domando perché abbia aspettato così tanto a giocarci.
Publicada el 1 de noviembre de 2020.
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10.4 h registradas
Giocare a SOMA è stata una di quelle esperienze che capitano raramente. Chi lo critica vedo che argomenta dicendo che è fondamentalmente un walking simulator con qualche elemento horror e che non può essere ritenuto un vero e proprio survival horror. Be', sì e no. Ma fondamentalmente: chi se ne frega.
SOMA ha un'atmosfera pazzesca e una storia matura capace di smuovere in chi la vive degli interrogativi importanti sull'esistenza, la condizione umana, il ruolo dei computer nell'evoluzione. Zitto zitto mette lì anche un paio di decisioni sconvolgenti da prendere che non hanno conseguenze nella trama, no, ma vi dicono un paio di cose su voi stessi che credo valgano più di qualsiasi filmatino finale alternativo. C'è un senso di angoscia e oppressione che straborda e vi assale continuamente e, anche se i mostri sono pochi, questa angoscia non vi passerà nemmeno per un secondo, in ansia come sarete per ogni dettaglio sulla trama che può uscire da qualsiasi computer, armadietto o cadavere che trovate in giro.
Publicada el 29 de septiembre de 2017.
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9.6 h registradas (9.4 h cuando escribió la reseña)
Batman - The Telltale Series è una bella storia su Batman e quando si gioca a un'avventura della Telltale direi che l'aspetto più importante sia questo. Si sono presi, meno male, delle libertà e hanno aggiunto così un minimo di imprevedibilità ad alcune vicende che sarebbero state altrimenti troppo ovvie. Se si conosce Batman e i suoi personaggi alcune cose sono telefonatissime, altre invece vi coglieranno un po' di sorpresa. È una sensazione che chi legge i fumetti conosce bene e qui si sono giocati bene le loro carte, specialmente da metà in avanti.

Tuttavia, sulla giocabilità ci sarebbe invece da ridire. Conosco le avventure Telltale, ne ho giocate diverse e il loro modo di fare mi è sempre piaciuto, ma questa volta il gameplay è davvero ridotto al minimo: mai come in questo ho provato la sensazione di assistere a un film interattivo più che a un videogioco. Questa cosa non mi ha dato fastidio nelle fasi in cui la storia si è fatta più interessante ma nella parte iniziale si sentiva di più la mancanza di "fare qualcosa".
Publicada el 19 de septiembre de 2017.
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27.0 h registradas
Ho sempre sentito parlare benissimo di Shadowrun: Dragonfall e alla fine, un paio di anni dopo la sua uscita, mi sono deciso a giocarlo. A non convincermi erano soprattutto due aspetti: il ricordo sì felice, ma non così tanto da voler giocare il seguito, di Shadorun Returns e l'assenza dell'italiano. Per la prima cosa posso dire con decisione che Dragonfall segna un deciso passo in avanti in tutto e per tutto rispetto al suo predecessore: trama, setting, design, combattimento; insomma, tutto. L'assenza della lingua italiana a me personalmente non ha dato problemi di alcun tipo, ho capito e seguito tutto senza fatica. Però una cosa va detta: i dialoghi sono moltissimi e sono fondamentali per poter apprezzare il gioco, per cui consiglio di prenderlo solo a chi ha la voglia/capacità di leggere moltissimo testo in inglese.

Dragonfall è un gdr cyberpunk con combattimenti a turni ambientato in una Berlino del futuro, ormai in mano alle grandi corporazioni e alle gang criminali. Il vostro personaggio, dopo una missione finita male, si troverà a gestire un piccolo gruppo di Shadowrunners, sostanzialmente dei mercenari che compiono, tramite ingaggio, missioni per conto di altri, e si troverà invischiato in una faccenda più grande di quello che sembrava all'inizio. La premessa è un po' la classica partenza di tutti questi giochi, è vero, ma il cliché lascia poi il posto a una storia bella e ben raccontata. Sono soprattutto i compagni e le loro storie a catturare l'attenzione del giocatore: se saprete convincerli a raccontarvi di più di loro, e fatelo perché hanno storie molto belle, vi affideranno una missione per risolvere alcuni conti in sospeso del loro passato.

I combattimenti sono i classici combattimenti a turni: ci sono dei punti spendibili a ogni turno per potersi muovere, attaccare, usare oggetti. Finiti i punti da spendere, il turno passa al nemico e così via. È necessario usare il cervello e usare una buona tattica, ma nel complesso i combattimenti non risultano mai frustranti.

La grafica, pur essendo niente di miracoloso, l'ho adorata. Non è il graficone, ma tanto chi gioca a questo tipo di giochi solitamente non ci fa caso. Dragonfall ha stile, e questa è la cosa fondamentale. Ha un tratto unico, riconoscibile subito al primo sguardo, e presenta un mondo di gioco ricco di dettagli e particolari.

Il tutto è accompagnato da una discreta colonna sonora, forse non molto varia, ma sicuramente efficace nell'accrescere l'atmosfera del gioco.

Appassionati del gioco di ruolo più classico, non fatevi sfuggire questa piccola gemma.
Publicada el 20 de agosto de 2016. Última edición: 1 de diciembre de 2020.
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8.7 h registradas
Un gioco di scelte.

Non facciamoci ingannare dalle apparenze: pur essendo stato creato con il celebre tool RPG Maker, Always Sometimes Monsters è essenzialmente un'avventura grafica, sulla scia del fortunato To the Moon. La storia che si racconta in questo gioco non ha niente però di onirico o fantasioso, è anzi uno spaccato di vita reale il cui intento principale è quello di mettere il giocatore di fronte a delle scelte, alcune semplici, altre più difficili e con conseguenze pesanti.

Lo scopo del nostro protagonista è quello di raggiungere San Verdano prima del matrimonio della sua ex, per il quale, a sorpresa, riceve l'invito proprio la mattina in cui la nostra avventura comincia. Il motivo è il più ovvio: il nostro personaggio vuole rimediare agli errori commessi e riconquistarla per sempre. Senza il becco di un quattrino, prossimo allo sfratto e senza un lavoro, sarà nostro compito riuscire a portare a compimento la missione del nostro alter ego. Una missione in cui però si dovrà fare i conti fin da subito con la propria coscienza: cosa e chi siamo disposti a sacrificare per riconquistare la persona amata? È giustificato commettere atti immorali in nome di un sentimento forte e bello come l'amore?

Always Sometimes Monters dà il meglio di sé nelle prime 4-5 ore di gioco, da metà in poi la formula diventa un po' stancante e manca il pepe che ho trovato invece nelle prima parte, in cui le cose vanno decisamente peggio e ci si trova in situazioni molto più scomode. Tuttavia, la voglia di vedere come va a finire la vicenda, la nostra vicenda, prevarrà sul ritmo altalenante della seconda parte e vi porterà comunque a finire il gioco con l'impazienza di vedere dove vi porterà il vostro viaggio. Trovo curioso vedere come su internet si trovino video e commenti in cui si parla di happy ending, good ending o bad ending. È curioso perché, ve ne renderete conto giocando, parlare di bene e male in questo gioco è molto relativo: la storia si muove volutamente in una costante zona grigia, che culmina in diversi finali in cui ogni aggettivo è fortemente legato alla scala di valori che ha adottato il giocatore.
Publicada el 18 de mayo de 2016. Última edición: 18 de mayo de 2016.
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50.1 h registradas (49.0 h cuando escribió la reseña)
Il Final Fantasy più magico di tutti i tempi.

Dopo quindici anni dalla prima volta che giocai Final Fantasy IX, e quattro anni dall'ultima, ho approfittato della release su Steam per giocarci nuovamente. Con qualche, solito, dubbio iniziale ("sarà ancora attuale?", "questa ennesima run non rovinerà tutto?", "non mi annoierò a rifare per la quinta volta le solite cose?"), affievoliti alla schermata iniziale del gioco e letteralmente spazzati via all'arrivo della nostra allegra combriccola a Lindblum, momento in cui FInal Fantasy IX si apre e si rivela definitivamente in tutta la sua bellezza.

Final Fantasy IX è un gioco magico, il ritorno della serie alla fantasia più sfrenata. Messi da parte gli slanci di maturità del settimo e dell'ottavo capitolo, la storia del IX prende i connotati di una fiaba. Già vista? Probabile, ma è interpretata da personaggi indimenticabili e ambientata in un mondo fantastico che difficilmente lasciano il giocatore indifferente. Ogni angolo di mondo è caratterizzato e curato nel minimo dettaglio, non c'è una location che risulti anonima, dalla cittadina più piccola alla megalopoli, dal dungeon di tre stanze a quello più elaborato.

Aggiungete a tutto questo una buona dose di missioni secondarie, una sistema di combattimento per me ancora insuperato, il ritorno a un sistema di classi coerenti col mondo di gioco e con la caratterizzazione dei personaggi, i chocobo, il ritorno dei moguri, una colonna sonora pazzesca, una delle localizzazioni in Italiano più piacevoli che abbia mai visto e avete una buonissima serie di motivi per recuperare questo capolavoro del gioco di ruolo orientale, e del videogioco in generale.
Publicada el 9 de mayo de 2016.
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82.2 h registradas
Capolavoro anacronistico.

Obsidian sfida la logica del mercato attuale e, forte di una strepitosa campagna su Kickstarter, rilascia un gioco che agli occhi dei più sembrerà nato vecchio. Ma è destinato ai soli nostalgici? Io dico di no. Pillars of Eternity è un gioco che, seppur palesemente e dichiaratamente ispirato ai vecchi classici, brilla di luce propria e si merita il successo che sta ottenendo. Fra i tanti pregi che ha il gioco mi hanno sopreso in particolare la mole di testo, tutto scritto bene, che compone l'avventura, la caratterizzazione dei personaggi, la credibilità e la solidità del mondo di gioco e del suo lore, i livelli di difficoltà adeguati alle esigenze del giocatore, il fatto che ogni classe sia interessante da studiare e giocare. A riguardo di questo ultimo punto trovo doveroso segnalare come siano riusciti a creare, finalmente, un cantore (il bardo dei giochi basati su D&D) divertente da giocare e realmente utile.

Oltre a essere un ottimo gioco, Pillars of Eternity segna anche il definitivo successo di uno studio, Obsidian, che ha vissuto troppo tempo all'ombra degli altri giganti. Liberi di creare un lore da zero e un ruleset nuovo (basta D&D, finalmente), sono riusciti nell'arduo intento di riportare in auge una tipologia di gioco che sembrava morta da diversi anni senza appoggiarsi su un marchio o un mondo di gioco già noto.

Consigliate anche entrambe le espansioni The White March, che aggiungono 25-30 ore al già longevo gioco base.
Publicada el 4 de abril de 2016.
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545.7 h registradas (468.2 h cuando escribió la reseña)
You can’t understand what it means to an italian boy like me playing a game that mixes CARS and FOOTBALL together.

10/10 it’s good to be a stereotype!

EDIT 2019: still my favourite multiplayer and the only one I managed to play for years.
Publicada el 14 de septiembre de 2015. Última edición: 30 de noviembre de 2019.
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28.0 h registradas
Uno dei giochi migliori di questa generazione. Dishonored è un gioco che colpisce soprattutto per il suo ottimo gameplay, che lascia al giocatore la possibilità di interpretare il personaggio a proprio piacimento, veramente, e non solo nelle intenzioni. Ma ha anche tutto il resto che un bel gioco dovrebbe avere: una storia discreta e ben raccontata; una direzione artistica formidabile con ambietazioni che vi rimarranno impresse nella mente per molto tempo; una grafica, magari non eccezionale, ma molto funzionale e che si sposa bene con l'atmosfera steampunk del gioco; ottimi personaggi.
Dishonored si lascia anche rigiocare piacevolmente grazie alla verietà che offre nella risoluzione delle missioni, e mette sul piatto anche diversi finali proprio in virtù delle scelte fatte sia a livello di trama che di approccio generale.
Publicada el 2 de mayo de 2013.
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36.0 h registradas
Per chi scrive è allo stesso altissimo livello del predecessore. Un'altra storia molto bella perfettamente inserita nell'universo di Star Wars, grazie a una riproduzione molto fedele di pianeti e del background narrativo. I personaggi sono tutti fantastici edi è possibile interagirci profondamente, cosa che ultimamente sta un po' scomparendo dai giochi di ruolo. A livello di gameplay non ha portato nessuna novità nel panorama dei gdr occidentali ma non importa, quando un gioco è bello è bello, e Knights of the Old Republic 2 si fa giocare, e anche rigiocare, molto volentieri.
Publicada el 26 de marzo de 2013.
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