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45.4 hrs on record (28.4 hrs at review time)
Il miglior sparatutto degli ultimi anni, curato sotto ogni punto di vista, divertente, frenetico, leggero, colonna sonora sublime. Consiglio di giocarlo almeno alla terza difficoltà, per poterlo godere appieno. L'ho completato, in circa 28 ore, raccogliendo quasi ogni collezionabile. Non mi dilugo elogiandone gli aspetti positivi, che sono infiniti. Ho apprezzato molto anche le brevissime fasi platform. Ci tengo solamente a precisare che il gameplay è molto variegato, intuitivo ma particolarmente difficile da padroneggiare, considerate le numerose nuove abilità aggiunte allo slayer. Non ha difetti, se non il fatto che prima o poi finisca.
9,5/10
Posted 1 April, 2020. Last edited 1 April, 2020.
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98.3 hrs on record (83.7 hrs at review time)
Consideratemi anche una voce fuori dal coro, ma non ho che da spendere parole positive su questo titolo. Introduco il tutto affermando di aver testato esclusivamente la porzione single player , alla componente multigiocatore mi dedicherò in seguito. Si afferma che RDR2 sia un titolo poco ottimizzato, che performi indecentemente anche su SLI di VGA di ultima generazione, che sia ingiocabile ecc. Basta fare una velocissima ricerca su internet [mmo.it] per capire che il tutto diventa pesante a causa di alcune impostazioni grafiche, appositamente studiate per essere sfruttate in futuro, che in realtà non cambiano neppure di molto l'impatto visivo. Con un hardware di otto anni fa, ad eccezione della vga di quattro (I53570k 16GB RAM, 1060 6gb), ho giocato a qualità medio-alta senza nessun problema, a parte qualche sopportabilissimo rallentamento nelle fasi più concitate. A livello di impatto visivo, quindi, l'opera Rockstar riesce a stupire, con panorami suggestivi e ricchi di dettagli; medesima cura è riposta nella colonna sonora e negli effetti ambientali, oltre ai rumori degli spari e delle esplosioni. La storia, per quanto possa, inizialmente, apparire priva di mordente, diventa, nelle fasi più avanzate, suggestiva, interessante e ricca di pathos. Variegate e divertenti, inoltre, sono le numerosissime missioni secondarie, tra le migliori mai giocate in un free-roaming. Tante le attività, dai mini-giochi, alla caccia, alla pesca, al teatro tutti aspetti nei quali è riposta una cura che potrei definire maniacale. Un altro aspetto che viene spesso criticato è il fatto che il gioco sia troppo lento e tedioso, troppo stile survival e poco rivolto all'azione: non è assolutamente vero, sia perchè le fasi di shooting abbondano, sia perchè la componente più propriamente simulativa è ridotta all'osso e potreste anche dimenticarvi della sua esistenza; inoltre, il viaggio rapido è presente, ma è possibile spostarsi solo da una città all'altra (o dal proprio accampamento ad una città), questo garantisce al giocatore di poter "vivere" il mondo di gioco e di poter godere dei centinaia di eventi casuali che si trovano sparpagliati per la mappa. La longevità è un ulteriore punto di forza: per terminare il gioco, facendo tutte le missioni secondarie (non quelle di ricerca di collezionabili o di caccia e pesca) sono necessarie circa 90 ore di gioco. Red dead Redemption è un capolavoro del genere e non posso che assegnargli una valutazione molto alta (e sono un giocatore anziano e disilluso).
9/10
Posted 27 December, 2019.
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44.6 hrs on record (44.4 hrs at review time)
Per quanto sia uno dei classici titoli piatti e degenerati da console, è tecnicamente ben ottimizzato e contenutisticamente corposo.
"Cosí, rinvolto in tra questi pidocchi, traggo el cervello di muffa", attendendo opere come Hellbound e Serious Sam 4 per "spogliarmi [di] quella veste cotidiana, piena di fango e di loto [e di] mett[ere] panni reali e curiali".
6 politico.
Posted 29 November, 2019. Last edited 29 November, 2019.
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24.6 hrs on record (23.8 hrs at review time)
Rage 2 è un piacevole fps free-roaming, seguito di Rage, prodotto del 2011. Quest'ultimo, all'uscita, presentava una serie di problematiche che non mi hanno permesso di apprezzarlo adeguatamente, infatti lo bocciai con una sonora insufficienza. Il suo seguito, invece, è a mio parere molto più rifinito e migliore sotto ogni aspetto, seppur siano presenti delle problematiche che, comunque, non inficiano particolarmente la godibilità dell'opera. A livello tecnico il titolo riesce a stupire, con ambientazioni varie e ben caratterizzate, a fronte di specifiche tecniche molto esigue: con un pc di fascia medio-bassa è possibile giocare in 1080p a qualità ultra senza il benchè minimo calo di frame rate. La trama è molto semplice e lineare ma è la giocabilità il suo punto forte: le fasi di shooting sono estremamente divertenti ed il feeling con le armi (specialmente con la mitraglietta e lo shotgun) e a dir poco perfetto (è evidente che c'è la mano di ID). Ci sono inoltre degli elementi rpg che permettono di migliorare il proprio personaggio, consentendo una maggiore personalizzazione e profondità. Se le fasi in cui si spara sono eccezionali e le dinamiche free-roaming, per quanto non estremamente rifinite, siano più che sufficienti, il titolo soffre di qualche problematica che mi accingo a delineare. Rage 2, purtroppo, nonostante strizzi l'occhio agli sparatutto hardcore vecchia scuola, è estremamente facile anche a livello di difficoltà più elevato. Inoltre non ho apprezzato il fatto che il protagonista sia logorroico in quanto, secondo me, questo aspetto rovina l'immedesimazione (ho sempre preferito personaggi muti, alla DOOM o Half Life). Inoltre, la storia principale si termina in poche ore, in quanto sono presenti solo otto missioni (due per prologo e conclusione ed altre sei in cui dovremo collaborare con i tre personaggi principali). Le missioni secondarie sono poco varie (ma comunque divertenti) e le fasi di guida sono piatte e monotone (per quanto quest'ultimo non sia un elemento che inficia particolarmente la mia valutazione finale).
A fronte di una serie di difetti che mi sono accinto a delineare, posso affermare di ritenermi comunque pienamente soddisfatto di Rage 2, l'ho terminato in poco più di venti ore portando a termine la quasi totalità di quest secondarie (non mi sono dedicato esclusivamente alle gare, in quanto è l'elemento del gameplay che considero più debole).
Tutto sommato, questo titolo è una perla grezza ed il voto non altissimo è dovuto a dei problemi oggettivi che comunque non ne inficiano particolarmente la godibilità complessiva che il titolo può indubbiamente garantire; un copioso antipasto per quelli che saranno, a mio parere, i veri titoloni dell'anno: DOOM Eternal e Serious Sam 4.

7,7/10
Posted 22 May, 2019. Last edited 22 May, 2019.
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178.4 hrs on record (109.4 hrs at review time)
Early Access Review
Dopo tanti anni, finalmente un videogioco. Il titolo più adrenalinico e divertente dell'ultimo lustro. Tra la miriade di degenerazioni semplificate tipiche del panorama odierno, finalmente un fps che ci riporta ai tempi passati. Nonostante i criticati potenziamenti ed eroi, Quake non viene minimamente snaturato, mantenendo intatto lo spirito dei suoi predecessori e di tutte le opere old school. Nei prossimi mesi, con Quake Champions, Serious Sam 4 e Doom Eternal ci sono ottime speranze di poter tornare finalmente a giocare (dopo un'epoca buia durata diversi anni).

Per me, sicuramente il gioco dell'anno 2018, seppur il titolo sia ancora in una versione ad accesso anticipato.
Posted 18 June, 2018. Last edited 21 November, 2018.
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25.6 hrs on record (20.0 hrs at review time)
Seppur con qualche punto di debolezza, non si può non considerare uno dei migliori FPS degli ultimi anni. Questo, però, vale solo ed esclusivamente dal punto di vista del single player, perchè il multi non è altro che una mediocre commistione tra gli FPS arena ed i classici titoli multiplayer alla Call of Duty.
Non è un capolavoro e non spicca particolarmente in nulla: tecnicamente è buono ma non eccelso e le ambientazioni sono ben ricreate (specialmente quelle infernali) ma peccano sporadicamente di ripetitività. Però è veramente fluido (anche con un sistema poco prestante), il gameplay è veloce ed è dannatamente divertente. Si possono contare sulle dita di una mano i titoli che, negli scorsi 5 anni, mi abbiano intrattenuto veramente per qualche ora: DOOM è uno di questi. A parte la presenza delle "esecuzioni" (che comunque, nonostante tutto, non rallentano il ritmo del gameplay e sono comunque ben implementate nel sistema di gioco), sembra veramente di giocare al primo capitolo della serie. Un otto e mezzo o più se lo merita sicuramente!
Posted 19 May, 2016. Last edited 25 May, 2016.
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24.6 hrs on record
Un vero schifo.
Posted 8 January, 2016.
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253.6 hrs on record (55.4 hrs at review time)
Early Access Review
"Mi ha salvato più volte dal suicidio".
Posted 17 September, 2015.
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22.8 hrs on record (21.9 hrs at review time)
Come affermo quotidianamente, sono oramai diventato un giocatore disilluso ed annoiato, dato che ogni opera videoludica sulla quale trascorro il mio tempo non riesce in alcun modo ad appassionarmi nè tantomeno a soddisfarmi; probabilmente ciò accade, in parte, perchè nella mia vita ho trascorso veramente troppe ore a giocare ed anche perchè oramai ogni titolo non propone realmente nulla di innovativo ed originale. Nonostante tutto, nel panorama chiassoso e rissoso del gaming contemporaneo, c'è stato un videogioco che è riuscito a sorprendermi e ad intrattenermi, in virtù di un gameplay dalle basi assolutamente solide e strutturate: questo è State of Decay. Il titolo, sviluppato da una piccola software house indipendente di nome "Undead Labs", è un survival horror in terza persona con struttura free-roaming, il cui fine sarà quello di sopravvivere ad un'apocalisse zombie. La trama è un mero pretesto per metterci di fronte ad una grandissima quantità di non-morti, in uno scenario dall'atmosfera lugubre, angosciante ed evocativa. State of Decay è ambientato nella Trumbull Valley che è un territorio ricco di laghi, fiumi e vegetazione e che può essere, allo stesso tempo, utopia e distopia: sarà proprio quest'ultimo aspetto quello che ci verrà proposto, non tanto nelle ore diurne quanto dopo il tramonto del sole (momento nel quale i non-morti diventeranno più aggressivi e numerosi). Il compito del giocatore sarà quindi quello di sopravivvere e di radunare più survivals possibili, non prima di essersi accampato in un rifugio e procurato delle risorse (medicine, munizioni, cibo) presenti in diversi luoghi dello scenario (case, negozi). Inoltre, la peculiarità del titolo è, indubbiamente, quella di dover gestire un intero gruppo di sopravvissuti: infatti, nelle 18-22 ore necessarie a portarlo a termine, non avremo un solo alter-ego, ma potremo switchare da un personaggio all'altro, a seconda punti di forza o di debolezza di ognuno di questi. A parte ciò, fattualmente, non ci sarà in alcun modo possibile utilizzare esclusivamente un superstite, per il semplice motivo che dopo un po' di tempo questo si stancherà (o verrà ferito) e dovrà necessariamente andarsi a riposare (o ricevere le indispensabili cure mediche) ed essere sostituito da un altro. Inoltre, la morte è permanente, quindi se sfortunatamente un personaggio al quale ci eravamo tanto affezionati dovesse andare al creatore non potremo mai più utilizzarlo. La componente più strettamente ruolistica consta nell'attribuire a ciascun membro del team delle specializzazioni. Nella mappa di gioco, inoltre, saranno presenti numerosi veicoli ma, a differenza della maggior parte dei free-roaming, qui i mezzi, una volta distrutti, non respawneranno mai più e l'unica cosa che potremo fare per non essere costretti a spostarci a piedi, per la mediamente vasta area di gioco, sarà quella di guidare con cautela o di apprendere come riparare i veicoli. Dopo aver stanziato la base, potremo edificare numerose strutture necessarie per il sostentamento e la sopravvivenza della squadra: costruiremo così un dormitorio, un ambulatorio medico, un'area per l'addestramento ecc.. Singolare aspetto di State of Decay, inoltre, è la possibilità di agire in maniera discreta grazie ad un ben implementato approccio stealth. Il gioco è realizzato con il Cry Engine 3 e tutto sommato, dal punto di vista tecnico, non è affatto male anche se sarebbe stata auspicabile una maggiore cura nella realizzazione dei modelli poligonali e nella resa delle texture. Il comparto audio è ben studiato e presenta delle musiche tutto sommato adeguate all'atmosfera di gioco, anche se, purtroppo, alcune volte queste risultano tediose e ridondanti. State of Decay è un gran bel gioco che costa poco ma che presenta dei piccoli difetti (tra cui la mancanza di una modalità cooperativa) che gli impediscono di poter essere considerato un capolavoro; ma, a mio modo di vedere, è un punto di riferimento per qualunque titolo del genere. Lo consiglio caldamente.
Voto 8,7
Posted 22 November, 2013. Last edited 11 February, 2014.
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1.5 hrs on record (1.4 hrs at review time)
Solitamente sono molto loquace ed argomentativo ma oggi mi trovo in forte difficoltà dato che devo tentare di esprimere impressioni (addirittura contrastanti) di un titolo estremamente aleatorio e peculiare, anni luce distante rispetto alla gran quantità delle opere in commercio nel panorama videoludico attuale. A sviluppare il gioco di cui parlerò a breve sono proprio i Tale of Tales: una delle software house che stimo di più in assoluto, proprio in virtù della loro capacità di proporre esperienze interattive che sfuggono ad ogni canone e ad ogni generalizzazione. Bientôt l'été è, infatti, un "videogioco" estremamente interessante ed originale: non ci sono nemici da uccidere, non ci sono obiettivi da raggiungere, nè achievement da sbloccare. Come affermano gli stessi sviluppatori, Bientôt l'été è un videogioco per due giocatori che aspirano ad amarsi ma, l'uno e l'altra, sono separati da anni luce di spazio profondo e si potranno incontrare fisicamente solo in un'occasione, ma di questo parlerò più avanti. Non appena inizieremo a dedicarci a quest'opera, ci verrà richiesto di scegliere un personaggio maschile oppure femminile e ci ritroveremo a camminare sulla riva di una spiaggia, mentre sullo schermo leggeremo delle frasi apparentemente sconnesse tra di loro. Il nostro unico scopo, infatti, sarà quello di muoverci osservando il sole che sorge o tramonta, vivendo esperienze illusorie e oniriche ed il tutto sarà accompagnato da una colonna sonora estremamente evocativa. Il titolo, dal sapore fortemente metafisico e surreale, sembra che voglia far meditare il giocatore sul senso della vita, sull'amore e sulla morte, offrendo degli spunti di riflessione dal profondo impatto filosofico. Dopo aver trascorso del tempo in quest'atmosfera suggestiva, pascendoci di illusioni remote e di profonde consonanze interiori, potremo decidere di entrare in un cafè dove incontreremo, finalmente, il nostro partner (che dovrà essere necessariamente del sesso opposto rispetto a quello scelto nella fase iniziare). Ci si ritroverà a giocare a scacchi, decidendo di bere del vino o di fumare una sigaretta: in realtà non c'è alcuna competizione, dovremo solamente spostare delle pedine (in gran parte raccolte sulla spiaggia) mentre i due giocatori pronunceranno delle frasi apparentemente insensate; però, ad un livello più profondo di interpretazione, il giocatore più attento si renderà conto che il senso metaforico di questa finta competizione è, appunto, il significato più manifesto dell'esistenza stessa: una competizione dove non ci sarà nessun vincitore (a causa della caducità della vita). Bientôt l'été sembra proprio che voglia riflettere sulla superficialità dei rapporti tra le persone, che vivono un'esistenza vuota e grama, in cui la spontaneità e la dimensione puramente soggettiva di ogni individuo vengono fortemente limitate da una società che tende alla massificazione, annullando quelli che sono i tratti peculiari di ciascuno di noi. Sotto molti aspetti, quindi, il titolo, è una forte critica alla società contingente e agli stili di vita prefissati e cristallizzati che caratterizzano la vita quotidiana di ogni uomo. Questo titolo sarebbe stato perfetto se non presentasse due difetti che ne limitano fortemente la fruibilità: la traduzione dei testi in lingua italiana è pessima e per questo consiglio di giocarlo in lingua inglese o in francese; inoltre, c'è un bug che impedisce ai giocatori di potersi incontrare ingame e questa è una gravissima lacuna dato che il titolo è studiato proprio per essere giocato in coppia: si è costretti, quindi, a giocare sempre con un bot guidato dal computer e ciò limita fortemente quella che sarebbe potuta essere un'esperienza sublime. Tutto sommato, nonostante questi (gravi) difetti, Bientôt l'été è un buon titolo che, però, appassionerà solo ed esclusivamente una nicchia molto marginale di videogiocatori, dato che solo in pochi saranno in grado di apprezzarlo e di goderne le profonde sfaccettature e di coglierne l'essenza più recondita.
Posted 21 April, 2013. Last edited 25 November, 2013.
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